So che sono passati mesi dalle mie ultime parole. La verità è che nel tempo appena trascorso ho seriamente cercato di vivermi ogni momento, lasciando da parte i castelli mentali che ho pian piano cementato dacché ho preso coscienza della mia esistenza. Quindi ho dovuto accantonare la scrittura onde evitare di incappare nella mia cupa chiusura personale per spalancare mente e corpo in favore di una profonda e sincera esistenza. Tempo fa, credo nel mese di novembre, ho incontrato una persona per parlare della mia situazione, prima di diventare un vero e proprio caso clinico, il cui unico destino non può esser altro che l’internamento. Quest’uomo mi consigliò proprio di smetterla di farmi trascinare totalmente a caso dalla vita, ma di cogliere più occasioni possibili che essa stessa tenta ripetutamente di offrire. Mi son vista come una foglia, di quelle marroncine e tutte raggrinzite che aspettano solo di essere calpestate, che viene sbalzata brutalmente da improvvise folate di vento prima da una parte e subito dopo dalla parte opposta. Allo stesso tempo questa fogliolina nutre la necessità di posarsi sull’erba, mettere radici in grado di ancorarsi a sani principi ed edificare una corteccia inespugnabile, dimora per l’anima; per divenire una solida quercia magari. Inoltre è stato un periodo in cui ho dovuto abbandonare tante abitudini ed abbracciare un nuovo stile di vita. E così ho fatto. Ma pare che la mia vena da bastian contrario, che spesso emerge con arroganza, si sia fatta notare anche in questo momento: con l’arrivo della bella stagione ho pensato -e quanto mai- che fosse giunto il momento di tirare le somme su quanto ho costruito fino ad ora. Niente di niente. Non capisco se sono io ad essere costantemente iper critica con me stessa o se davvero sono un fallimento totale. Aspiro a tutti i costi ad essere un tipo di persona, ma puntualmente questo ideale pare allontanarsi sempre di più alla mia effettiva personalità. Finché questi pensieri restano soltanto percezioni illusorie e quasi per nulla concrete, si può far finta che non sia nulla di vero e spazzare tutta la polvere sotto il tappeto, ma quando arriva qualcuno a materializzare tutto ciò, allora succede il patatrac. La verità è che a me questa quarantena pare una ventata d’aria, altro che la tempesta che tutti dipingono. Potrebbe finire il mondo che riuscirei a stento a percepire il mio trapasso.
Quando la testa ti consuma, il resto è impercettibile.