Ce la sto davvero mettendo tutta per trovare un appiglio che mi possa salvare da questo baratro. Sto continuamente a sbracciare ansimando un in mare di incertezze, ma non mi voglio rassegnare. Sto però prendendo coscienza del fatto che forse sono gli altri che iniziano ad arrendersi nei miei confronti: le persone non mi danno più retta. Ho provato a dare spesso segni di cedimento, ma nessuno mi ascolta. Lo accetto, non pretendo di essere tanto trasparente da essere capita al volo. Purtroppo ora la situazione sta precipitando sempre più, e temo decisamente uno schianto brutale, capace di frantumarmi il cuore. La verità è che sono riuscita finalmente a rendere partecipe qualche d’uno dei miei fragili pensieri, ma la gente pur di non perdere le proprie certezze tanto esigue e di non mettersi in discussione, non ascolta, chiude i battenti e si smaterializza. Quindi ora mi trovo circondata dal nulla, sotto i piedi un deserto sconfinato, smisurato è il numero di granelli di sabbia che mi offuscano la vista perché sollevati dal vento, io che come un pilota disperso scavo disperatamente alla ricerca di tracce di vita, di un’oasi o per lo meno del mio piccolo elicottero che mi ha permesso di arrivare fin lì. Ma niente di niente. Dopo essermi riempita i polmoni d’aria fino a scoppiare, emetto l’urlo più potente possibile, in modo da essere udita fino in capo al mondo. Eppure avevo deciso di atterrare proprio su questa sconosciuta isola per il fascino che mi aveva trasmesso, perché mi aveva infuso grande fiducia e m’ispirava profonda saggezza. Macché! Una volta approdata mi sono trovata completamente sola, ma quando mi trovavo lassù nel cielo vedevo tantissime personcine un sacco allegre e premurose le une verso le altre, una varietà pazzesca di animali, una gamma cromatica tanto vivace data da fiori magici.. Forse mi sono catapultata sul lato inabitato dell’isola, poco fertile ed estremamente desolato, o forse mi sono lasciata abbagliare da qualcosa che in realtà non era affatto presente sull’isola, ma solo nella mia testa. Non mi rendo nemmeno conto se effettivamente è chi mi circonda a mascherarsi e a rendersi così dannatamente bello ai miei occhi ma solo in apparenza, o se sono io che nella più totale disperazione dipingo le persone come vorrei che davvero fossero. Se prima di condividere le mie angosce potevo scorgere ancora un fievole bagliore di speranza di essere portata in salvo per il fatto che non avevo chiesto aiuto, ora che l’ho fatto, che sono approdata sull’isola, e mi sono accorta di essere stata ingannata anche qui e di essere travolta da un’improvvisa onda anomala, non posso che gettarmi nella disperazione. Ne ho parlato, ma sembra che non l’abbia mai fatto. Mi sento nuovamente sola. E tutto questo fa ancor più male, perché le persone ignorano ciò che non vogliono sentirsi dire, fanno finta che tu non abbia detto nulla ed ogni volta che incrociano il tuo sguardo ed evitano di guardarti per ciò che davvero sei, allora stanno mascherando anche te, rendendoti irriconoscibile ai tuoi stessi occhi: sono dei bugiardi cronici. La cosa più assurda è che tu non puoi far altro che sottometterti al loro bisogno di insabbiare tutto, devi accettare la tua nuova falsa identità. È un’impresa ardua parlare di sé e non si può costringere qualcuno ad ascoltarci.