Nota 3 – 17/12/2018

Ci sono giorni in cui la vulnerabilità della vita mi assorbe completamente, lasciandomi impotente e inerme. Non sono momenti bui e nemmeno felici. Sono solo immersa in un vortice che mi catapulta prepotentemente da una parte all’altra, il che è ancora più devastante di un brutto momento. Sono felice e triste, sono fiera di quello che mi sto gradualmente conquistando e mi sento una fallita per ciò che non riesco a risolvere, mi piaccio e mi disgusto.Il sole di questa mattina mi incupisce, il gelo di ieri sera mi elettrizzava da morire, è un sacco contrastante. Vedo annebbiato, intuisco uno stato d’animo,ma nel momento in cui sto per coglierlo questo cambia volto e si tramuta in qualcosa ancora più difficile da riconoscere, tornando continuamente al punto di partenza. Mi sento molto sola e incompresa, ma non posso fare gran che dato che io stessa non sono capace di capire cosa mi succeda. Il fatto è che è davvero dura sostare in un determinato sentimento quando intorno a te ce ne sono una miriade che ti girano intorno confusamente distogliendo la tua attenzione. E’come se fossi ferma al binario 3 in stazione e, aspettando quel treno, sentissi una serie di annunci di altri treni in partenza da disparati binari diretti nelle terre più affascinanti e paradisiache. Vorrei prenderli tutti, quindi inizio a correre confusamente da un capo all’altro del sottopassaggio, indecisa su quale meta sia per me la migliore. Ognuna di queste mete è uno stato d’animo diverso ed io non so quale raggiungere. E’ straziante, perché potete immaginare che in situazioni come queste capita sovente che alla fine non si prenda alcuna direzione. Quindi si sta lì sempre in affanno ed è questo lo stato d’animo peggiore: quel limbo del cazzo. Il sottopassaggio.

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